sabato 5 settembre 2009

L' informazione in Italia

Toh... senza volerlo, per la prima volta nella sua vita, lo Psiconano ha detto la verità:
"Povera Italia con un sistema informativo come questo."

In effetti... non posso che dargli ragione...

-Con 3 reti Mediaset di sua proprietà (Direttori di TG Mimum, Mulè ed Umilio Fido)
-Con 2 reti RAI controllate per legge (Direttori di TG Mario Orfeo e Augusto Scodinzolini, ex dipendente del Nano) e prossimamente anche la terza
-Con 20 quotidiani posseduti e molti altri influenzati tra cui uno dei più diffusi (Corriere della Sera) tramite il Patto di Sindacato
...l'Italia ha proprio un sistema informativo CHE FA SCHIFO!!!!

Ed infatti siamo al 73° posto nel mondo per la libertà di stampa.

In quale paese occidentale serio dei TG potrebbero essere affidati ad Augusto Scodinzolini ed Umilio Fido, le cui performances ricordano molto da vicino il MinCulPop del regime Fascista?

E' inconcepibile in un altro paese il tipo d'informazione che viene fornita, anzi SOMMINISTRATA, quotidianamente dalle TV.
Quelli che vengono spacciati come "i violenti attacchi di Repubblica e L'Unità", in un altro paese sarebbero la normalità per tutti i TG e i giornali.

Con una differenza però: Repubblica e L'Unità hanno iniziato da qualche mese, nel resto del mondo avrebbero iniziato 15 anni fa appena il Nano faceva la sua comparsa sulla scena politica, e non si sarebbero fermati fino alla sua scomparsa di scena!
Diamo a Cesare quel che è di Cesare...

Comunque adesso non ci possiamo fermare e non dobbiamo farlo.

Ha mentito sull'Abruzzo, sull'Alitalia, sull'Economia, sulla Crisi, sulla Giustizia, sul Lodo Alfano, su Noemi e la D'Addario e su tante altre cose. Per amor di Patria se ne deve andare al più presto.

NON "RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE"
MA "ATTACCARE, ATTACCARE, ATTACCARE"

Come disse Travaglio una sera in un incontro a Fusignano:
"Lo Psiconano è uno che va attaccato dalla mattina alla sera. E se non ti viene in mente il perchè, tu attaccalo lo stesso che tanto lui lo sa il perchè!"

Libero Dalla Guerra, Forlì Commentatore certificato 04.09.09 19:46|

venerdì 4 gennaio 2008


1 Gennaio 2008
La guerra dei nonni
Dini, 77 anni e 7 nuovi punti per il Governo, non si arrende. Pensa al futuro. E’ lui il nonno nuovo. Il nonnino sempreinpiedi della politica. Nel 2006 votò per l’indulto. La moglie Donatella Pasquale Zingone Dini è stata condannata a dicembre 2007 a due anni e quattro mesi per il fallimento di quaranta miliardi della società Sidema di cui era amministratrice delegata. Per bancarotta fraudolenta. Reato condonato dall’indulto del mastellone ceppalonico. Che culo.Dini dovrebbe aggiungere un punto ai sette proposti. Chiedere che sua moglie non goda dell’indulto. Monica Lewinsky ha fatto quasi dimettere Clinton per una prestazione privata. Dini non mi risulta ne abbia avute. Ma se Hillary fosse stata condannata per bancarotta, la carriera di Bill sarebbe finita il giorno dopo. Non puoi pretendere di governare il Paese se non sai neppure gestire la tua famiglia. Al massimo puoi andare ai giardinetti.Dini ha scatenato la Guerra dei Nonni. Punta alla presidenza della Repubblica insidiando Napolitano, 83 anni, ma anche alla presidenza del Senato di Marini, 75 anni. Nel frattempo si accontenterebbe di presiedere un Governo tecnico al posto di Valium Prodi, 69 anni, o dello psiconano, 72 anni.Nella Guerra dei Mondi i tripodi uscivano da sottoterra per sterminarci. I nostri nonni governativi escono dagli ospizi per entrare in Parlamento con lo stesso obiettivo. Il Governo è al sicuro grazie al voto dei senatori a vita. La Montalcini dai capelli turchini ha l’età di una trisavola e Andreotti è prescritto a vita e quindi non può morire. I costi della politica sono destinati ad aumentare. Badanti, infermieri, accompagnatrici e ambulanze per ricoveri d’urgenza in Piazza Montecitorio ci costeranno una Finanziaria.“Quant’è bella la vecchiezza, che non fugge tuttavia. Di doman non v’è certezza. La dentiera fischia e va”.
Postato da Beppe Grillo il 01.01.08 18:23 Scrivi Invia ad un amico Trackback 9 blog reactions

martedì 4 dicembre 2007


Petrolio e terrorismo
immagine dal Financial Times11 settembre 2001. Da allora siamo una nazione a rischio attentati islamici. Sono passati più di sei anni e a memoria non si è avuto un solo morto o ferito a causa della Jihad in Italia. Quasi un record. Non si è visto un solo invasato con il turbante o un fanatico con la barba coinvolto in una rapina, in un fatto di sangue, in un assalto in villa. Qualcuno crede che ciò sia possibile perchè l'Italia chiude un occhio, o forse tutti e due, e lascia fare. E permette che vengano costituite basi logistiche che possono servire per attentati in Europa. In questo ci può essere del vero, da noi si può fare quello che si vuole, siamo probabilmente il miglior crocevia dei servizi segreti del mondo. Abu Omar lo hanno rapito ventisei agenti della Cia a Milano. Ma un terrorista che vuol farsi esplodere a Londra o a Madrid può disporre facilmente di supporti locali. Non ha bisogno di Roma o di Milano. Dal 2001 ci sono stati circa 8000 persone assassinate sul lavoro, centinaia di morti per mano della criminalità organizzata, migliaia di stupri. Intere aree di Campania, Calabria e Sicilia sono extra territoriali, a lupara libera. Il risultato è che abbiamo inviato le nostre truppe in Iraq e in Afghanistan e tolti i fondi alla Polizia di Stato. Tutta colpa della Jihad. A cosa serve la paura del musulmano? Delle moschee? Chi prega di solito non delinque. Per trovare qualche risposta ho letto il recente rapporto della International Energy Agency sul futuro dell'energia mondiale. Il suo contenuto è riassunto in una cartina riportata dal Financial Times dal titolo: "L'importanza crescente dl petrolio del Medio Oriente". Nel 1980 l'estrazione di petrolio era di 35,5 milioni di barili per giorno dagli Stati non Opec, ad esempio Stati Uniti e Russia, e di 28,1 mil/barili dalla zona Opec. La previsione per il 2030 è rovesciata, la produzione di petrolio sarà di 60,3 milioni di barili al giorno nella zona Opec e di 53,2 mil/barili nel resto del mondo. Chi controlla il Golfo Persico, dove sarà estratto il 30% dell'intero fabbisogno mondiale, controlla l'energia e chi controlla l'energia controlla il pianeta. La richiesta crescente di energia (la sola Cina passerà dagli attuali 7 milioni di barili al giorno a 16, 5 milioni nel 2030) coinciderà con la concentrazione dell'estrazione petrolio nel Golfo Persico, dove si affacciano Iran, Iraq, Arabia Saudita, Emirati. Tutti Stati musulmani. Più produci petrolio più sei terrorista.

giovedì 29 novembre 2007

28 Novembre 2007
Il Trio Lescano
Il procuratore generale della Cassazione Delli Priscoli ha chiesto il processo disciplinare per Clementina Forleo. E’ il trionfo della omologazione della magistratura alla politica. Delli Priscoli è D’Alema senza i baffi. Clementina ha detto: “Il collega Imposimato, l’8 settembre, mi aveva convocato in un ristorante di Roma e mi aveva preannunciato pressioni su Delli Priscoli. O Imposimato aveva ragione o è un mago”.Delli Priscoli scrive che Clementina “ha violato gli obblighi di imparzialità, correttezza ed equilibrio” nel chiedere l’autorizzazione all’uso delle telefonate tra Consorte e Ricucci e il Trio Lescano FassinoLatorreD’Alema insieme ai forzaitalioti Cicu e Comincioli. Clementina avrebbe “arbitrariamente coinvolto in un ingiusto danno” il quinquetto delle scalate.Clementina è anche colpevole di altri misfatti nei confronti della Polizia di Stato e dei Carabinieri. Non sto a descriverli per non turbarvi, ma posso anticiparvi che ha persino detto a due poliziotti che avevano a suo avviso “sbattuto brutalmente per terra un immigrato” la celebre frase: “E’ora di finirla”.Delli Priscoli non ha gradito che Clementina abbia chiesto che il suo avvocato venisse in possesso degli atti dell’incidente stradale in cui morirono i suoi genitori. Un “incidente” annunciato giorni prima. Infatti, la Forleo, nel voler capire se i suoi genitori fossero stati assassinati per le inchieste che lei conduceva, ha: “mancato ai suoi doveri di correttezza”. Clementina Forleo ha troppo coraggio, non ce la meritiamo. Si dimetta dalla magistratura. La Giustizia è ormai un non luogo in cui vengono condannati solo i poveri disgraziati e, forse, neppure loro. Non abbiamo bisogno di magistrati eroi, ma di tribunali che funzionano, di leggi efficaci, di politici onesti, di ministri della Giustizia e non di Mastella.Non abbiamo bisogno di giudici fermati con il tritolo o con i provvedimenti disciplinari. Di giudici che rischiano la loro vita e quella dei loro parenti per noi.Che popolo siamo diventati? Cosa siamo diventati? Mi guardo allo specchio e mi faccio schifo anch’io.

mercoledì 31 ottobre 2007

martedì 23 ottobre 2007

BASTA CON I POLITICI CORROTTI E' ORA DI FINIRLA

21 Ottobre 2007
La soluzione finale
Mastella è indagato per abuso d’ufficio, finanziamento illecito ai partiti, concorso in truffa nell’ambito di finanziamenti europei e nazionali da De Magistris. Appena lo sa ne chiede il trasferimento. Non ci riesce. De Magistris diventa l’indagato. Qualcuno fa uscire notizie riservate dalla Procura di Catanzaro. De Magistris riceve una busta con delle pallottole. Va avanti lo stesso. Mastella minaccia di mandare a casa Prodi a primavera. L’inchiesta è subito tolta a De Magistris. E’ finita qui?Si, è finita, ma per il centro sinistra. E’ morto, defunto. Nessun partito ha chiesto le dimissioni di Mastella. Vergogna. In un Paese normale Mastella sarebbe a Ceppaloni a raccogliere pomodori. E Prodi, anche lui indagato? E' sereno. Il giudice non c’è più e oggi, insieme al compare Mastella, è a Napoli per ricevere il Papa.Marco Travaglio mi ha inviato una lettera sulla soluzione finale.“Caro Beppe,due settimane fa, ad Annozero, avevo evocato Licio Gelli e il Piano di rinascita della P2 e me ne hanno dette di tutti i colori. In realtà, ero stato troppo ottimista. Ormai siamo oltre Gelli, oltre la P2. Siamo al golpe politico-giudiziario.Per una volta, inseguire gli aspetti tecnico-giuridici della decisione del Procuratore generale di Catanzaro di strappare di mano l’inchiesta “Why Not” su Prodi, Mastella & C. al titolare, cioè al pm Luigi De Magistris, è inutile e fuorviante. Meglio andare subito alla sostanza, che è questa: il magistrato che aveva raccolto elementi sufficienti per indagare Mastella per abuso, truffa e finanziamento illecito, cioè riteneva di aver trovato i soldi, non potrà portare a termine la sua indagine, ormai in dirittura d’arrivo. Il fascicolo passerà a un altro magistrato, che impiegherà mesi per studiarsi tutti gli atti. E, se non vorrà fare la fine di De Magistris - attaccato da destra e da sinistra, difeso da nessuno, ispezionato per mesi e mesi, trascinato dinanzi al Csm, proposto per il trasferimento immediato e infine espropriato del suo lavoro - ascolterà l’amorevole consiglio che gli danno il governo e l’opposizione una volta tanto compatte: archiviare tutto, lasciar perdere, voltarsi dall’altra parte.Checchè se ne dica, questa non è una questione privata fra De Magistris e Mastella. Questa è la soluzione finale dopo vent’anni di guerra della politica alla Giustizia. E’ il coronamento del sogno dei vari Gelli, Craxi e Berlusconi di fermare sul nascere le indagini sul potere. Gelli, Craxi e Berlusconi, nella loro ingenuità, pensavano che per farlo occorresse modificare la Costituzione, scrivendoci che la carriera dei pm è separata da quella dei giudici e che le procure devono obbedire al governo.Mastella e chi gli sta dietro hanno capito che non occorre cambiare le norme: basta creare le condizioni di fatto perché tutto ciò accada. Appena un pm apre un fascicolo sugli amici di un ministro, se ne chiede il trasferimento (del pm, non del ministro). Anche se la richiesta non sta in piedi, non importa: quando il magistrato arriverà al sodo, salendo di livello dagli amici del ministro al ministro stesso, il ministro sosterrà che il pm lo fa perché ce l’ha con lui. E, col gioco delle tre carte, riuscirà a convincere qualche alto magistrato a scambiare le cause con gli effetti e a scippare l’indagine al pm per “incompatibilità”. Come se fosse il pm ad avercela col ministro, e non il ministro ad avercela col pm. Si chiama “guerra preventiva”, e non l’ha neppure inventata Mastella. L’aveva già teorizzata Mao: “Colpirne uno per educarne cento”. Funziona.” Marco Travaglio

martedì 4 settembre 2007

Nei boschi una volta si andava per funghi e tartufi. Oggi si possono trovare cadaveri sotto una quercia. Sia freschi che stagionati. Va a giornate. I più fortunati li scoprono ancora intatti dentro a sacchi della spazzatura. Non mancano gli spezzatini con il torso in un cespuglio, le gambe in una scarpata e la testa sotterrata sotto un faggio. Qualcuno ha preso sul serio il ritorno alla natura, alla madre Terra.I fungaioli sono preoccupati che la moda si diffonda. Finché sono due ragazze rumene strangolate o un ragazzo con tre proiettili nel cranio lo possono ancora tollerare, ma se si va oltre? Se si diffonde la moda i boschi saranno sempre più frequentati dagli italiani in cerca di emozioni.Un cadavere dal vero non è cosa da tutti i giorni. A cena il cadavere è servito ogni sera dalla televisione con abbondanza. Ogni telegiornale ne propone un centinaio. I polizieschi si svolgono ormai all’obitorio, i corpi sezionati sono i veri protagonisti.Cominciano a comparire cartelli con divieto di scarico di cadaveri nei paesi della Valtellina. Alcune associazioni umanitarie si sono rivolte agli assassini con l’invito: “Dona anche tu un cadavere per gli organi, non disperderlo nei boschi”. In Parlamento se ne parla da un po’. Lo smaltimento dei cadaveri abbandonati da bande di criminali impunite è un potenziale business. Il termovalorizzatore di cadaveri non è un’idea da scartare. Il morto è sempre ecosostenibile e, comunque, non può più votare.