martedì 4 settembre 2007

Nei boschi una volta si andava per funghi e tartufi. Oggi si possono trovare cadaveri sotto una quercia. Sia freschi che stagionati. Va a giornate. I più fortunati li scoprono ancora intatti dentro a sacchi della spazzatura. Non mancano gli spezzatini con il torso in un cespuglio, le gambe in una scarpata e la testa sotterrata sotto un faggio. Qualcuno ha preso sul serio il ritorno alla natura, alla madre Terra.I fungaioli sono preoccupati che la moda si diffonda. Finché sono due ragazze rumene strangolate o un ragazzo con tre proiettili nel cranio lo possono ancora tollerare, ma se si va oltre? Se si diffonde la moda i boschi saranno sempre più frequentati dagli italiani in cerca di emozioni.Un cadavere dal vero non è cosa da tutti i giorni. A cena il cadavere è servito ogni sera dalla televisione con abbondanza. Ogni telegiornale ne propone un centinaio. I polizieschi si svolgono ormai all’obitorio, i corpi sezionati sono i veri protagonisti.Cominciano a comparire cartelli con divieto di scarico di cadaveri nei paesi della Valtellina. Alcune associazioni umanitarie si sono rivolte agli assassini con l’invito: “Dona anche tu un cadavere per gli organi, non disperderlo nei boschi”. In Parlamento se ne parla da un po’. Lo smaltimento dei cadaveri abbandonati da bande di criminali impunite è un potenziale business. Il termovalorizzatore di cadaveri non è un’idea da scartare. Il morto è sempre ecosostenibile e, comunque, non può più votare.

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